Commissione Antimafia - XVIII Legislatura
L'ennesima Commissione d'inchiesta
Per la quarta volte una Commissione Parlamentare di Inchiesta si interessa della vicenda Moro. Dopo due Commissioni specifiche e la Commissione Stragi, questa volta è la Commissione Antimafia a tornare ad indagare sui 55 giorni del rapimento ed in particolare ad individuare "terze forze riferibili a organizzazioni criminali". Ancora una volta si privilegiano oponabile ragionamenti logici all'analisi dei fatti.
La Commissione Antimafia della XVIII legislatura ( 2018 -2022) ha dedicato una sezione alla vicenda di Aldo Moro ed in particolare come recita il titolo della relazione finale:
"All'eventuale presenza di terze forze, riferibili ad organizzazioni criminali nel compimento dell'eccidio di via Fani."
Commissione Antimafia XVIII legs., Risultanze di un supplemento di acquisizioni investigative sull’eventuale presenza di terze forze, riferibili ad organizzazioni criminali, nel compimento dell’eccidio di via Fani, settembre 2022, pag. 3
L'attività della Commissione è riepilogata in un documento finale proposto dal membro della Commissione l'onorevole Stefania Ascari (M5S)
Il documento è stato approvato, al contrario della maggior parte delle altre relazioni finali, presentate nella stessa seduta, a maggioranza e non all'unanimità. Purtroppo, ad oggi, la completa mancanza di pubblicazione degli atti della Commissione, tra cui il resoconto stenografico della seduta di approvazione, impedisce qualsiasi analisi in merito.
Secondo quanto emerge dalla relazione finale l'attività della Commissione si è limitata all'audizione di alcune persone: il Br Bonisoli, i testimoni Cristina Damiani e Luca Moschini, l' acquisizione di uno studio sull'ultima perizia balistica effettuato dal sito SedicidiMarzo.org, la rilettura delle perizie balistiche e di alcune mappe planimetriche ed riferimenti ad una serie di pubblicazioni, tra cui quelle di Sergio Flamigni e di Paolo Cucchiarelli. Inoltre, anche se ciò di non si fa cenno nella relazione, Stefania Ascari, prima firmataria, ha detto che si è avvalsa della consulenza del giudice Guido Salvini.
Nella relazione si fa notare che la fine anticipata delle legislatura ha impedito una serie di ulteriori indagini quali audizioni testimoniali ed accertamenti tecnici. A tale proposito bisogna rilevare, però, che la XVIII è durata, a fronte dei 5 anni previsti, ben 4 anni e 6 mesi. L'azione della Commissione risulta pertanto inspiegabilmente in ritardo, limitandosi, nei 54 mesi di legislatura, a produrre ben pochi atti e volendo concentrare la maggior parte delle indagini negli ultimi sei mesi.
Malgrado la quasi inesistente nuova documentazione presentata, la relazione afferma, con non poca sicumera:
l’istruttoria svolta ha consentito di pervenire ad un giudizio di maggior probabilità rispetto al passato in relazione alla presenza nell’azione di un numero diverso di soggetti rispetto a quelli riscontrati in sede di accertamenti giudiziari. Dunque, si tratta di soggetti mai identificati. Ibid., pag. 4
Prima di procedere ad un'analisi puntuale della relazione, dobbiamo rilevare come, a nostro parere, le Commissioni di inchiesta Parlamentari, siano sempre più un'ambito in cui, più che l'accertamento della verità, si privilegi l'io dei singoli deputati
In particolare il caso Moro è stato e continua ad essere il luogo in cui deputati senza alcuna preparazione specifica continuano ad improvvisarsi piccoli Sherlock Holmes e a sostituire i fatti con tortuosi quanto non motivati ragionamenti logici.
Questa tendenza già presente nella Commissione Moro è diventata, sempre a nostro modestissimo parere, macroscopica nella relazione delle Commissione Antimafia.
Negli articoli che seguono affronteremo analiticamente solo quanto scritto nella relazione finale. Come già detto non siamo riusciti a trovare il resoconto stenografico delle varie sedute ne altro tipo di documentazione. Ci auguriamo che tale documentazione sia resa pubblica quanto prima per permettere un'analisi più precisa dei lavori della Commissione.